Violenza al St. Joseph, condanna della Chiesa di Gerusalemme

2022-05-16 18:25:29
Le Chiese cristiane di Gerusalemme e il St. Joseph Hospital condannano “l’uso sproporzionato” della forza e “l’irruzione violenta” della Polizia israeliana nella struttura il 13 maggio scorso, al termine della camera ardente per la giornalista Shireen Abu Akleh. S. B. PIERBATTISTA PIZZABALLA Patriarca di Gerusalemme dei latini “Tutto il mondo, e noi per primi, siamo rimasti sconvolti da queste immagini della Polizia israeliana che attacca chi sta portando una bara con una salma dentro. Capiamo molto bene le esigenze di sicurezza, che però non possono giustificare un atteggiamento cosi aggressivo”. Lunedì 15 maggio si è tenuta una conferenza stampa nei locali del St. Joseph Hospital, l’unico ospedale cattolico di Gerusalemme Est. L’istituto ha condannato l’azione della Polizia “senza rispetto per il tipo di luogo e il contesto”. JAMIL M. KOUSSA Direttore generale St. Joseph Hospital “Non c’è stata violenza, non c’era ragione per attaccare. Quello che è successo è inaccettabile. Stiamo cercando di capire insieme al patriarca, che è il capo del Consiglio di amministrazione, e alle suore di S. Giuseppe, il modo migliore per agire in sede legale contro la Polizia”. Sono tredici le persone soccorse nell’ospedale in seguito agli scontri, tra cui uno dei medici della struttura, ferito da una granata stordente scoppiata vicino a lui. MOHAMMAD HMEIDAT Medico – St. Joseph Hospital “Ci hanno attaccato all’improvviso e ho cercato di scappare. Tutti correvano, c’era panico. Una delle granate stordenti è esplosa vicino a me e mi ha provocato delle bruciature”. Sr. LIDA MARQUS Presidente – St. Joseph Hospital “Eravamo molto impaurite, le persone hanno cominciato a gridare e a scappare, erano terrorizzate, così abbiamo aperto tutte le porte per farle entrare. Siamo un ospedale, aiutiamo i malati, aiutiamo tutti: cristiani, musulmani, ebrei. Siamo operatori di pace”. S. B. Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, ha condannato l’assalto delle forze di polizia a nome delle Chiese cristiane di Gerusalemme, e ha espresso solidarietà alle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione, la Congregazione proprietaria della struttura. S. B. PIERBATTISTA PIZZABALLA Patriarca di Gerusalemme dei latini “Non si può tacere. È nostro dovere dire: ‘Fin qui. Basta’. Ce lo chiede la gente, ce lo chiede anche il nostro dovere istituzionale di essere presenti e di alzare la voce quando è necessario”. Il rappresentante della delegazione pontificia ha sottolineato la grave violazione dei diritti umani, primo fra tutti quello della libertà religiosa: Mons. TOMASZ GRYSA Primo consigliere - Delegazione apostolica a Gerusalemme e in Palestina “L’accordo fondamentale tra Santa Sede e Israele nel primo articolo chiaramente dice che lo Stato di Israele si impegna a rispettare il diritto alla libertà religiosa, e qui si tratta di una processione funebre dove questo diritto è stato violato in modo brutale”. Quanto accaduto è una ferita per le suore, ma non ferma la missione della Congregazione e dell’ospedale. Sr. VALENTINA SALA Provinciale - Congregazione Suore di San Giuseppe dell’Apparizione “L’ospedale rimane un luogo di pace, riconciliazione e accoglienza. Certo, ferisce! Ferisce perché si vede che il contesto è di conflitto ma la presenza continua!”

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